Quando si parla di crediti UTP ci si riferisce a crediti bancari che possono generare con molta probabilità delle inadempienze. Il debitore non si trova in stato di insolvenza. Il particolare modello di business necessario per la gestione degli UTP, diversamente dai crediti distressed, implica la partecipazione di figure professionali aventi competenze diverse.

1. UTP significato

L’acronimo UTP sta per Unlikely to Pay, un’espressione che si riferisce a crediti che si stima difficilmente saranno pagati. A questa stima si giunge sulla base dei dati economici e finanziari del debitore e che portano a concludere che i crediti potranno dar luogo a inadempienze probabili. I crediti in questione non sono classificati come inesigibili poiché il debitore non è ancora in uno stato di insolvenza. Le difficoltà di rimborso possono essere superate mediante un’opera di ristrutturazione della posizione debitoria e ricorso a nuovi finanziamenti, incidendo, eventualmente, sulla stessa attività di impresa. Per questa ragione, per la gestione dei crediti UTP sono richieste competenze estese, sia giuridiche sia manageriali, non focalizzate sulla massimizzazione del credito oggetto di recupero.

Unlikely to Pay in Italia, un trend in crescita e una nuova sfida

I crediti deteriorati (NPL) non sono più una emergenza per gli istituti di credito in quanto nei loro bilanci il tasso di possesso ha raggiunto livelli minimi e in linea con quelli delle banche europee. Al contrario, gli Unlikely to Pay in Italia sono in costante aumento. Complice anche la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina che hanno indebolito finanziariamente molte imprese. Il 2023 coincide, anche, con la scadenza temporale delle misure poste a sostegno del credito durante la pandemia. Tutti gli imprenditori che hanno contratto prestiti usufruendo del Fondo di garanzia delle PMI o fatto ricorso a moratorie dovranno ripagare i debiti. Per altro con tassi di interesse aggiuntivi che, nel frattempo, sono sensibilmente cresciuti.

Lo scenario per il 2023 – che emerge dallo studio condotto dall’ABI in sinergia con Cerved su crediti deteriorati alle imprese – mostra il tasso di deterioramento in decisivo rialzo rispetto al 2022 in tutti i settori di impresa (industria, agricoltura, costruzioni), di tutti i livelli dimensionali e in tutto il territorio nazionale (Sud, Nord -Est e Nord–Ovest). Un recente report di PWC mostra che questa tipologia di crediti, per le banche italiane, ha già raggiunto quota euro 227 miliardi, pari all’11.3% del totale dei prestiti, rispetto alla media europea che è, invece, del 9,1%.

La sfida per gli istituti di credito e soggetti istituzionali a cui i crediti sono stati (o verranno) ceduti è, dunque, la gestione degli Unlikely to Pay, prevenendo il loro deterioramento e l’insolvenza del debitore.

2. Differenza tra crediti UTP e crediti in sofferenza

La gestione dei crediti UTP richiede competenze trasversali e più ampie rispetto a quelle dedicate alla gestione dei crediti in sofferenza.

Per crediti in sofferenza ci si riferisce a quelli la cui riscossione non è certa poiché i soggetti debitori si sono dichiarati insolventi. Si definiscono, anche, NPL e diventano credito deteriorati quando l’incapacità di soddisfarli diventa permanente. Il contratto di finanziamento viene risolto dalla banca e l’obbiettivo primario per l’istituto di credito diviene quello dell’incasso del credito.

Dinanzi a una situazione di insolvenza, l’istituto di credito procede a introdurre le azioni volte al recupero forzoso del credito, l’avvio delle procedure esecutive, l’escussione delle garanzie presenti, la cessione del credito (in uno con le procedure avviate) a terzi. La differenza rispetto ai crediti UTP è sostanziale. Il fine non è preservarne la riscossione, riconducendo le imprese su un terreno virtuoso. Diversamente, dinanzi a un credito classificato come UTP, non vi è da parte del creditore un’azione altrettanto drastica, visto che l’insolvenza è soltanto potenziale e il debitore ancora attivo, ancorché in una situazione di temporanea difficoltà.

A dispetto di un approccio liquidatorio, che contraddistingue la riscossione degli NPL, lo sforzo è qui piuttosto profuso a evitare che la situazione di temporanea difficoltà dell’impresa sconfini nell’insolvenza, arrivando a intervenire anche sulla gestione stessa dell’impresa.

3. La specificità dell’assistenza professionale richiesta dai crediti UTP

Alla luce di quanto sopra, è capibile come nella gestione di questa particolare categoria di crediti entrino in gioco competenze professionali diverse, legali e manageriali, volte a valutare il credito e le sue garanzie, le azioni esercitabili per tutelare i beni del debitore, preservare l’azienda, analizzare le ragioni della difficoltà dell’andamento e approntare, con tempestività, gli strumenti più appropriati per superare la situazione di momentanea difficoltà (ristrutturazione del debito, concessione di nuova finanzia, cessione degli assets non strategici, etc.).